7a Tappa: Las Cabezas de San Juan – Utrera

Km. 37 ore 7.30 di cammino compresa la pelegrinazione per Utrera
Zero pellegrini incontrati
Un centinaio di pecore, agnelli e caproni con un cane e un pastore sul cammino.
A Santiago mancano Km. 1.005 circa.

Ieri sera ho scoperto le origini toponomastiche di questo paese: pare che Annibale (con gli elefanti?) abbia costruito delle torri in cima al colle su cui è situato il paese per controllare il territorio; il colle e le torri sono chiamate così “cabezas”, pare che poi gli arabi le abbiano ricostruite in pietra. La riconquista dei territori ad opera dei re cattolici fu affidata ai cavalieri dell’ordine di San Giovanni. Da quel momento in poi sono diventate: “Le Teste di San Giovanni”.
Ho tentato di visitare l’omonima chiesa di San Juan ma come al solito è chiusa!

Stamattina partenza come al solito alle 6.30, seguo le indicazioni fino all’uscita del paese e poi nulla. La guida spagnola da indicazioni poco chiare così chiedo ad alcuni operai e dopo aver sbagliato percorso mi affido all’intuito e guardata la microcarta della tappa decido di seguire la strada che affianca la linea ferroviaria in costruzione, tanto va a Utrera.

Dopo 8 km ritrovo le frecce, che compaiono sotto a un  viadotto della autostrada, forse prima avevano finito il colore.
Stavolta le frecce mi porteranno fino a destinazione.
Il percorso è assai monotono e segue la ferrovia, il canale del Guadalquivir, gli immensi campi coltivati di granoturco, soia, pomodori, barbabietole, erba medica, alcuni frutteti, i soliti campi di grano e per finire degli uliveti.

Sono rettilinei infiniti che ti mettono a dura prova, per fortuna per un paio di ore il sole è nascosto dietro ad alcune nuvole che poi spariranno.

Nel cammino ho incontrato un gregge di pecore con il loro pastore con il quale ho scambiato quattro chiacchiere, ogni tanto ci vuole.

Arrivato a Ultrera, dopo avere cercato la chiesa di Santiago, fine della tappa, ho cominciato a chiedere indicazioni per un hostal; mi hanno fare il giro del paese, e non è piccolo, per trovarne uno chiuso!

A quel punto, le 14, ho pensato che forse era meglio mangiare un buon panino e poi magari andare all’Hotel 2 stelle che ho intravisto, costi quel che costi.

Prima di scrivere queste righe, doccia e cura della vescica in peggioramento, speriamo bene.

A presto.

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