6a Tappa – La Peza – Tocon- Quentar

Percorsi km 29, 0 in 5 ore e 30 minuti
Dislivelli: +840 – 850

Prima di cena quattro passi per La Peza e ricognizione dell’inizio del percorso di domani.
Il percorso inizia con la salita ai ruderi del castello da dove si domina tutta la valle, quindi partenza dura.

Mi godo il panorama e poi, con calma, scendo in paese in cerca di un posto dove cenare. C’è solo un bar e per fortuna combina anche la cena. Guardando la corrida che si tiene a Madrid dove è presente anche el Rey viejo mi gusto un buon Rueda con una tapa. Poi una bella insalata seguita da uno spezzatino (anche stavolta erano almeno 3 porzioni) con non sono riuscito a finire.
Il tutto “condito” con un ottimo tinto di Granada cantina Tejarin, merlot, cabernet sauvignon e tempranillo.

Dopo una bella dormita alle 6 attacco la prima delle molte salite di oggi, salgo velocemente sopra il paese e seguo la stradina sulla cresta del crinale in attesa che i sole si alzi.

Finalmente ho potuto ammirare la prima alba di questo cammino con il sole che è sbucato da dietro la montagna: spettacolo puro.

Si scende poi per una ripida stradina fino alla carretera e poco prima si svolta dentro una Rambla che sale parallela alla strada per diversi km. E’ come essere in mezzo al bosco ma essendo all’ombra fa piuttosto freddo soprattutto mi si stanno congelando le mani.

Sempre sulla Rambla si arriva al Puerto de Los Blancares a 1300 mt di quota dove si trova il bivio del percorso che devia per il piccolo paesino di Tocon. Decido di prendere la deviazione per andare a visitare l’albergue inaugurato di recente.

Si scende per un bel sentiero protetto da una staccionata massiccia per 1,5 km fino a questo paesino isolato in mezzo ai monti. Nel paesino fervono lavori edili per la sistemazione di alcune case, è abitato ovviamente da anziani ma ben tenuto e pulito.

Visito l’albergue, situato nel centro in una casa su due piani con tutto l’occorrente anche per cucinare , hanno fatto proprio un bel lavoro i volontari dell’associazione giacobea di Almería.

Mi fermo a parlare con una signora che mi fa vedere i sui rosai e gli altri fiori che sta annaffiando nei pressi dell’ermita di San Josè. Nel paesino c’è un bar / casa rural chiuso e un altro bar che apre il sabato e la domenica, pertanto per colazione devo accontentarmi delle fonti di acqua fresca che ho trovato. Recupererò.

Per strada asfaltata, passando davanti a molti orti lavorati, ritorno sulla carretera principale e dopo alcuni metri con una brusca salita diritta nel bosco mi ricongiungo con il sentiero / strada che mi porterà a Quentar.

Dai 1300 metri una lunga discesa mi porterà in una valletta a 900 metri dove vi è un esteso pioppeto e con una deviazione arrivo in un posto di sosta con una fonte di acqua fresca. Ottimo per la sosta piedi e per riposare prima dell’ultima dura salita.

Riparto e in 4 km sono a quota 1450, il punto più alto del Camino Mozarabe. Si sale per ottima strada sterrata in mezzo a un bosco di pini dove estraggono la pece, per finire in alto in un tratto panoramico su tutta la Sierra Nevada.

Si inizia quindi a scendere verso la vale di Quentar con già in vista anche la città di Granada.

Lungo la discesa tutto è coltivato a ulivo, mandorle, vite e … Ciliegi. Ovviamente qui non ci sono recinti e quindi ne approfitto abbodantemente, buonissime.

Discesa lunga, ripida e dura per i piedi ma spettacolare per il panorama e i colori che si possono ammirare nelle foto.

Arrivo a Quentar, timbro in comune, birra nel bar e risalita fino all’alloggio che ho trovato oggi: una guest-house dove mi sistemo in un piccolo bungalow. Vista spettacolare sulla sierra, tutto l’occorrente per soggiornare, non mi resta che riposarmi per la dura tappa di oggi e per quella lunga che mi aspetta domani.

Ciao ciao.