26a Tappa – O Cebreiro – Triacastela – Samos

Percorsi 33 km in 6 ore
Dislivello positivo: 450 mt, negativo 1100 mt.
Incontrati solo pochi pellegrini sul cammino.
Giornata serana. Cielo stellato e temperatura 5 gradi, poi sole e freddino.

Bella messa nella magnifica chiesetta di O Cebreiro, alla fine dopo la preghiera del pellegrino il parroco regala ai pochi pellegrini presenti, un piccolo sasso con la freccia gialla, simbolo del cammino e ricordo di questa chiesa.

Cena buona a prezzo modico insieme a Riccardo (che domani andrà a Triacastela) e Don Giovanni che verrà a Samos, un’altra bella serata in loro compagnia.

Stamattina fa veramente freddo, ci sono 5 gradi e i guanti non disturberebbero. Giaccha vento leggera, non ho altro e prima di partire amcora un piccolo giro nel piazzale della chiesa illuminata con un cielo stellato spettacolare e una mezzaluna splendente.

Via con una serie si saliscendi, al buio, fino all’Alto di San Roque dove si trova un imponente monumento al pellegrino. Poi su un bello e largo sentiero si passa Hospital de la Condensa per giungero poi a Padornelo. Intanto è sorto il sole e il paesaggio si è aperto è uno spettacolo che potete ammirare nelle foto qui accuse.

Sosta per la colazione presso il bel Albergue A Reboleira di Fonfria dove la solita colazione è ottima è abbondante con un prezzo irrisorio. Grazie.

In questi paesini prettamenti agricoli si passa in mezzo alle stalle e sempre sulla strada c’è un cane di grossa taglia che se ne sta tranquillamente disteso.

Passato il paesino di O Biduelo inizia la lunga discesa verso Triacastela in mezzo a boschi con castagni secolari. Il sentiero è stato completamente rifatto e viene mantenuto costantemente, è un piacere camminarci. In Galizia in questi anni hanno investito parecchio nel tracciato e segnaletica del cammino: sono veramenti bravi.

Poco prima di Triacastela si trova un castagno che ha un età stimata di oltre 800 anni (quando non era stata ancora scoperta l’america), ha un perimetro di 9 metri e un diametro di 3, è gigantesco.

Arrivo e sosta a Triacastela, del paese non c’è nulla da dire, solo un susseguirsi di albergue, bar, ristoranti quasi tutti chiusi.

Riaparto per Samos e il primo tratto fiancheggia la strada asfaltata per poi inoltrasi di nuovo in magnifici sentieri in mezzo al bosco, non c’è traccia di pellegrini ed è magnifico essere soli in questo ambiente naturale.

Si cammina sempre seguendo il percorso del fiume passando per alcune piccole borgate con poche case abitate, alcune però sono state recentemente ristrutturate penso per villeggiatura.

In una radura trovo anche un vecchio mulino abbandonato e prossino al crollo. Entro comunque e ne valeva la pena. Le due macchine per la macina tutte costrute in legno sono ancora integre, chissa fino a quando ha lavorato. E’ un peccato che la struttura stia decadendo e il tetto abbia già degli squarci, andrebbe fatto un recupero urgente per non perdere questo pezzo di storia rurale.

Con una ultima lunga salita giungo a un belvedere dove si ammira il monastero di Samos nella piccola piana sottostante. E” gigantesco!

Ora in discesa si scende in paese, io sono ottimamente sistemato in un bel hotel, ovviamente alla fine, ma sarà un vantaggio per la tappa di domani.

Non posso perdermi la visita del Monastero, ricco di storia, per cui vi saluto.

A Domani.

Il monastero di San Julián de Samos , fondato nel VI secolo , appartiene all’ordine benedettino.

Samos è un luogo sacro. È un luogo “magico” come dicono in molti.
L’illustre figlio di Samos, P. Feijoo, descrive così la topografia del luogo:
Così appartato, così stretto, così sepolto è quel Monastero tra quattro alte montagne, che ovunque non solo lo chiudono, ma lo opprimono, che è visto solo dalle stelle, quando le raggiunge in verticale …

Situato a ridosso del fiume Sarria, che ne lambisce le mura, attira l’attenzione del visitatore non solo per le sue vaste proporzioni, ma, soprattutto, per i suoi edifici solidi e austeri, costruiti con muratura in ardesia. La rusticità e la semplicità delle pareti esterne contrastano con la nobiltà e l’eleganza dei suoi chiostri in granito.

Il complesso monastico è costituito da due chiostri di dimensioni disuguali, uniti tra loro e fiancheggiati da torri schiacciate. Annesso al grande chiostro sul lato nord-ovest, sono la sua magnifica chiesa e la sua slanciata sagrestia. Tre stili architettonici intervengono nella sua costruzione e decorazione: gotico, rinascimentale e barocco. Solo un portale e altri elementi isolati del periodo romanico sono conservati come reliquie di un passato secolare.

I monaci del monastero sono benedettini. Non sappiamo con certezza quando accettò la Regola di San Benedetto, forse a metà del X secolo, da una lapide sappiamo che a metà del VII secolo il Vescovo di Lugo Ermefredo la restaurò.

Monastero di Sámanos, così lo chiamarono per diversi secoli. Questo nome di discendenza visigota, con il passare del tempo, si sarebbe ridotto a quello di Samos.

Samos è il più antico monastero abitato della Spagna, un luogo sacro e venerabile.