29a Tappa – Melide – Arzùa – A Salceda

Percorsi 27 km in 4 ore e 50 minuti
Dislivello positivo: 600 mt.
Un solo pellegrino fino a Arzùa, poi raggiunti e passati parecchi prima dell’arrivo
Giornata solo nuvolosa per la prima ora, poi pioggia a tratti anche intensa.

In un break della pioggia riesco a raggiungere il centro di Melide e da lì la pulperia Ezechiele.

Dopo un po’ di tempo arriva anche il Don che, dopo la messa a Palas, ha fatto 15 km, si è preso parecchia pioggia. E’ anche stanco e affamato e non vede l”ora di assaggiare il famoso Pulpo.

Il pulpo á feira (o pulpo a la gallega) è un piatto tradizionale della Galizia.

Il piatto viene preparato facendo prima bollire il polpo all’interno di un calderone di rame o alluminio e tagliando successivamente i tentacoli con delle grosse forbici. Viene poi salato con sale grosso e cosparso di pimienton (paprica) dolce e piccante e infine condito con olio d’oliva. Prima di bollire il polpo, si usa immergerlo per tre volte nell’acqua bollente in modo da arricciare le punte dei tentacoli.

Il piatto viene tradizionalmente servito su dei piatti tondi di legno insieme a del pane e del vino rosso obbligatoriamente in scodella, è tradizione che non si beva acqua quando si mangia il pulpo.

Il polpo è molto sostanzioso per cui viene al massimo preceduto un caldo (zuppa) galliego con verze e patate.

Buono come al solito, cottura e condimento della “bestia” perfette, vino della casa accettabile.

Riprende a piovere per cui ci salutiamo e ci diamo appuntamento a Santiago per mercoledì.

Oggi partenza ritardata, la tappa è più corta, solo 27 km, non piove per il momento ma sicuramente l’acqua arriverà.

Uscita rapida da Melide, a Santa Maria trovo un cavallo semiaddormentato che sveglio e poi via con un percorso simile ai giorni precedenti: pista in mezzo al bosco, transito per il piccoli paesini, qualche tratto di strada.

Oggi sono più frequenti nei paesini dei residence turistici (con albergue) recentemente ristrutturati mantenendo la tradizionalità rurale tipica di questi luoghi. Tutti hanno almeno un horreo e oggi alcuni sono anche di forma quadrata.

Molti hanno già il bar aperto anche se buio ma non mi fermo. A Boente, il borgo più grande, mi fermo per la pulizia degli scarponi, mi sono entrati parecchi sassolini a causa del sentiero umido e danno parecchio fastidio.

Per una ora non piove ma poi comincia e con intensità diverse non smetterà fino all’arrivo.

Arrivo a Arzùa, paese di 7000 abitanti e punto tappa per chi parte da Palas de Rei senza incontrare pellegrini, qui invece stanno partendo gli ultimi dopo aver fatto colazione per cui mi fermo anch’io in una bella pasticceria.

Arzùa è uno dei comuni della Galizia con più vacche al tasso pro-capite in Galizia, io oggi ne ho viste poche, si definisce “terra del formaggio” in riferimento al formaggio prodotto con latte vaccino della denominazione di origine Arzúa-Ulloa, infatti di caseifici ce ne sono parecchi.

Riparto sotto la pioggia cominciando a passare i primi pellegrini, ne passerò parecchi attraversando boschi e borghi con duri saliscendi in mezzo a pioggia e fango per 2 buone ore.

Non voglio fermarmi perchè vuol dire prendere freddo, visto che sotto il poncho si suda il doppio, allora accelero.

Simpatico punto di sosta letteralmente addobbato all’esterno con centinaia di bottiglie di birra “Peregrino” vuote con dediche sul fondo, un po come il Bar di Albergueria sul camino Sanabrese dove ogni pellegrino che si ferma scrive una dedica su una conchiglia.

Lascio il cammino per raggiungere la sistemazione di oggi, l’albergue turistico di A Salceda, albergue ma anche pensione a 2 stelle in una bellissima ambientazione. Il paesino conto solo 7 case.

Subito una doccia calda, poi torno come nuovo e posso anche pranzare. Qui dicono che la cucina sia ottima e dalle “dimensioni” del cuoco non può che essere così: confermato!

Nel pomeriggio diluvia, poveri pellegrini in cammino, io invece me ne sto tranquillamente a riposo al caldo.

Domani tappa corta, come l’anno scorso mi fermerò alle porte di Santiago per scendere poi mercoledì e godermi la piazza e la vista della cattedrale in solitudine di primissimo mattino e speriamo senza pioggia.

Ciao ciao.