30a Tappa – A Salceda – O Pedrouzo – Lavacolla

Percorsi 19 km in 3 ore e m0 minuti
Dislivello positivo: 330 mt.
Pochi pellegrini incontrati.
Giornata piovosa a tratti diluvia.

Per digerire il pranzo e fare posto per la cena, visto che non piove, ho girovagato per la piccola borgata di A Salceda, 7 case in tutto. Poi ho passato un po’ di tempo con il cuoco e proprietario della struttura e la moglie russa degustando anche il primo Albarino di questo cammino.

L’Albariño, è un vitigno a bacca bianca della Galizia con il quale si produce un ottimo vino con un alto contenuto alcolico e una notevole acidità. Possiede un grande potenziale aromatico fruttato con sfumature floreali. Si abbina molto bene con il pesce i crostacei che abbondano nella costa galiziana.

C’è una leggenda che dice che l’uva Albariño fu portato in Galizia dai monaci dell’Ordine Cistercense nel XII secolo. L’ordine era stato fondato nel 1090 presso l’Abbazia di Citeux, sulla Côte d’Or in Borgogna . Quei monaci, che provenivano dalle regioni vinicole della Francia, piantarono vigneti nelle valli del Camino de Santiago . Tuttavia, le prove scientifiche sembrano indicare che la varietà è originaria proprio di qui.

Ottima e abbondante cena, non poteva non essere così visto il pranzo e controllata la cucina e le dimensioni del cuoco. Eccellente zuppa di verdure (variante del caldo galego), pollo al forno con patate, funghi, pimientos de padron, insalata. Il tutto innaffiato con vino tinto della casa molto simile al vino verde portoghese, per chiudere un buon ciupito al caffè.

Ottima e lunga dormita, la prima vera dormita dopo un mese di cammino. Colazione e dopo aver salutato lo staff alle 9 posso anche pensare di partire.

Il tempo tiene per una mezzora ma la pioggia prevista arriva e a tratti è anche abbondante.

Difficile fare foto oggi ma qualcosa inventerò.

Solito percorso galiziano in mezzo ai boschi dove oggi l”eucalipto la fa da padrone con tronchi che raggiungono tranquillamente i 15 metri di altezza.

Passato il paesino di Santa Irene giungo ad Arca (o Pedruozo) dove trovo dei murales ben fatti. Qui parte di solito l’ ultima tappa per Santiago che dista circa 20 km.

Mi inoltro di nuovo nei boschi dove oltre la pioggia, con le folate di vento, arriva anche l’acqua accumulata sulle foglie: doccia garantita.

Il sentiero è semiallagato e abbastanza fangoso, ma questo è il cammino.

Passata la statale comincia a diluviare abbondantemente, provvidenziale un bar dove mi rifugio una buona mezzora fino a che la pioggia per fortuna decide di smettere.

Il sentiero ora è un piccolo torrente e con difficoltà raggiungo la sommità di un colle e poi finalmente in piano riesco a procedere più agevolmente.
Ora mi trovo nei pressi dell’aeroporto di Santiago e in vista di una pista, poco dopo rietrato nel bosco sento solo rumore assordante dei motori di un aereo che decolla.

Il percorso procede a fianco di un piccolo ruscello dove la tradizione vuole che i pellegrini si lavassero prima di giungere alla cattedrale.

Ovviamente nell”ultimo km di oggi riprende a piovere ma oramai è fatta. Tappa breve ma abbastanza dura per le condizizoni climatiche, potevo tranquillamente raggiungere Santiago ma come l’ ‘anno scorso voglio godermi un arrivo all’ alba con la piazza della cattedrale tutta per me e forse anche senza pioggia.

Sistemazione ottima e economica, dalle recensioni prevedo un ottima cucina anche qui.

Curiosità di qui:
Sono diverse le teorie sull’origine del toponimo Lavacolla: una di queste fa riferimento alla “toilette” dei pellegrini nel fiume che attraversa il luogo prima di entrare nella città santa come forma di purificazione. Un’altra teoria parla di un’origine antecedente ai pellegrinaggi per cui la composizione di lava (erba bassa) + colla (collina) significherebbe “erba sotto la collina”. Si può anche dire che i pellegrini si lavavano sempre il collo per entrare a Santiago senza sporcizia. Chissa quale sarà la verità?

Lavacolla ha una chiesa del 1840. In stile classicista, la chiesa ha una pianta rettangolare. Sopra la porta ha un lucernario semicircolare. A pochi metri dalla chiesa c’è un transetto con intagli di un Cristo seduto.

Ora se non piove vado a fare un giretto in paese.

A domani, si arriva a SANTIAGO dopo 1000 km di fatiche!