18a Tappa – La Storta (Roma) – Città del Vaticano

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Percorsi km 18
3 ore e 15 minuti di cammino
Nessun pellegrino incontrato
AD LIMINA PETRI

Dopo una buona ora alla ricerca di ristorante per la cena ed almeno altri 5 km, alla fine sono riuscito a ristorarmi per avere le necessarie energie per affrontare questa ultima tappa.

Notte torrida e afosa ma alle 6 sono pronto a partire.

Oggi la fatica accumulata nelle ultime due tappe si fa sentire ma la meta ormai è vicinissima per cui il motore va al massimo.

Inizio lungo la Cassia, già trafficata di buonora e pericolosissima per la mancanza a tratti di marciapiedi o banchine percorribili. Bisogna stare veramente attenti a non farsi stendere qui sono pazzi, le strisce non servono.

Dopo 6 km finalmente la si lascia per imboccare via Trionfale.

Anticamente chiamata Via Triumphalis, era una via consolare che congiungeva Roma a Vejo.
Molto probabilmente il nome dato alla strada risale all’evento dell’epoca romana della vittoria di Furio Camillo sulla città di Veio, al quale fu concesso il trionfo proprio sulla strada che da Veio portava al colle del Campidoglio.
Il percorso attuale è di circa 11 km; si snoda verso nord partendo da largo Trionfale, alla congiunzione del rione Prati con i quartieri Trionfale e Della Vittoria; sale lungo la collina di Monte Mario costituendo la zona di confine del citato quartiere Trionfale e di Primavalle; successivamente attraversa la zona di Ottavia e all’altezza de La Giustiniana confluisce sulla via Cassia, dove io la imbocco.

La via ha anche dei “marciapiedi” in parte stretti ed in parte occupati da pali della luce, autovetture e gli immancabile maleodoranti cassonetti della mondezza.

Il traffico a quella ora non è particolarmente intenso per cui si viaggia veloci ma sempre con attenzione. Si passa a fianco degli ospedali San Filippo Neri ed il policlinico Gemelli per arrivare alla deviazione verso Monte Mario.

Qui il traffico scompare e si entra nel parco omonimo con la immancabile salita quotidiana. I rumori spariscono all’interno del bosco e torno, per poco, la pace alla quale ero abituato.

Sul belvedere bella vista sulla città ed il cupolone di San Pietro mi dà il benvenuto, pare di toccarlo con una mano ma saranno altri 4 km.

Monte Mario è l’altura che sorge a Roma sul lato destro del Tevere. Si trova nell’area nord-ovest della capitale, attraversata dalla via Trionfale, nel territorio dei municipi I e XIV di Roma. Il toponimo identifica anche un’area urbana sita su questo colle.
Con i suoi 139 metri d’altezza Monte Mario è il rilievo più imponente di Roma, da cui si può godere uno dei più bei panorami della città, soprattutto dal luogo denominato “Zodiaco”.
I Romani indicarono il monte come “Mons Vaticanus” o “Clivus Cinnae”, dal nome di un console.
L’origine del nome attuale ha un paio di ipotesi: la prima che derivi da “mare”, riferendosi alle conchiglie fossili che vi si trovano o al fatto che da alcune alture si può vedere il mare; la seconda che derivi dalla villa appartenuta a Mario Mellini, umanista del XV secolo, dal 1935 sede del Museo Astronomico e Copernicano di Roma.[1]
Quest’ultima ipotesi, però, contrasta con il fatto che, presumibilmente, dall’XI secolo, in pieno medioevo, il monte venne chiamato “Monte Malo”, per l’uccisione di Giovanni Crescenzio da parte di Ottone III, nel 998.

Dal belvedere i primi 2 km sono veramente duri in ripida discesa su ciottolato spacca piedi e caviglie che mi riporta in città ; gli altri e sulla interminabile via Angelica che mi porta al colonnato della basilica.

Due passi e sono di fronte ad essa, la meta è raggiunta!

Qualche minuto di raccoglimento per vivere l’emozione del momento per ripercorrere questi intensi ed entusiasmanti giorni di cammino con l’unico rammarico della mancanza di Danilo a fianco a me.

Foto di rito, bevuta alla fontana e un po’ di riposo ai poveri piedi e gambe che mi hanno perfettamente servito anche questa volta: Grandi.

Mi avvio poi a richiedere il Testimonium che attesta l’avvenuta pellegrinaggi alla tomba di Pietro. Bisogna passare la “dogana” Italia dove mi trovano il coltellino svizzero nello zaino e mi consegnano alle guardie Svizzere con tanto didi spada e alabarda.
Ottenuto il permesso alla dogana pontificia posso entrare nella sagrestia dove trovo persone cortesi e gentili che in pochi minuti mi rilasciano l’attestato.

Lascio la città del Vaticano e mi avvio verso l’hotel che mi hanno prenotato, tra poco arriverà parte della mia famiglia, mia moglie Graziella e mio figlio Guido mentre stasera arriverà anche Giulio, con loro anche mia cognata Adriana.

Passeremo così tutti assieme un paio di giorni nella città Eterna.

Siamo giunti anche questa volta alla fine del viaggio, viaggio che ho valuto fare a Roma per l’anno Santo della Misericordia e devo dire che ho avuto modo di vedere e provare l’accoglienza, la provvidenza e perché no anche la misericordia in questa esperienza dove ho conosciuto anche molte persone “speciali”.

Ciao tutti, alla prossima….

Concludo con:

Signore,
io mi metto in cammino sempre
per raggiungerti e incontrarti.
Tutta la mia vita
è un grande viaggio
per scoprirti, conoscerti e amarti.
Diventare tuo discepolo
è lo scopo di tutto
il nostro camminare nella vita.
Fà che impari
a migliorare me stesso
guidato dalla parola del tuo vangelo.
Solo così farò veramente
quel pellegrinaggio che mi aiuta
a diventare un vero cristiano.
Tutto ciò che ho conosciuto
e imparato, ora diventi patrimonio
della mia esistenza.
Perchè io lo possa trasmettere
con la testimonianza
di una vita di fede.

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